Una valigia piena di scarpe

di Maria Chiara Verderi

© Arabella Salvini
© Arabella Salvini

Nel 1922 il dott. Bach aveva iniziato a preparare con il metodo omeopatico  i vaccini intestinali da lui già da tempo scoperti e utilizzati con successo. Da vaccini iniettabili, con la nuova preparazione omeopatica, divennero vaccini orali, i suoi famosi 7 nosodi.

Il dott. Bach, in quel periodo, lavorava nell’Ospedale Omeopatico di Londra e la sua fama, dovuta ai successi ottenuti con i nosodi, attirava un gran numero di pazienti con malattie croniche. Moltissimi medici arrivavano, anche dall’estero, per apprendere i suoi metodi.

 

Il dott. Bach si divideva tra il lavoro all’Ospedale Omeopatico e il suo ambulatorio in Harley Street ma il lavoro era talmente aumentato da lasciargli pochissimo tempo per seguire le sue ricerche.

Per questo motivo nel 1922 rinunciò a lavorare all’Ospedale Omeopatico e prese in affitto un laboratorio in Park Crescent per potersi dedicare come desiderava alla ricerca nei momenti in cui era libero dal suo lavoro in ambulatorio.

I suoi guadagni erano ingenti ma tutto quel che guadagnava veniva utilizzato per pagare i collaboratori e acquistare gli strumenti indispensabili alla sua professione.

Nonostante il suo successo egli però era insoddisfatto perché si era reso conto che i nosodi non curavano tutte le malattie come egli sperava. Inoltre desiderava che i rimedi che intendeva utilizzare non dovessero essere i prodotti della malattia (i nosodi erano ottenuti mediante il trattamento dei bacilli intestinali con i metodi dell’omeopatia) bensì  dovessero derivare da prodotti naturali che fossero puri in partenza.

In una lettura tenuta alla British Homoeopathic Society il 1 novembre 1928 diceva:

Desidererei che fosse possibile presentarvi 7 erbe anziché 7 gruppi di batteri, perché esiste nella mente di molti una certa resistenza all’idea di utilizzare uno strumento terapeutico associato alla malattia”.

 

Proprio nel 1928 iniziò la sua nuova ricerca. Durante brevi gite al mare o in campagna il dott. Bach tornava a Londra carico di piante che poi studiava. Fu così che scoprì i primi 3 dei 38 rimedi floreali che avrebbero sostituito i 7 nosodi batterici: Impatiens, Mimulus e Clematis.

Sempre più desideroso di dedicarsi completamente a questa nuova promettente ricerca e felice degli ottimi risultati che riusciva ad ottenere con questi primi 3 rimedi, nella primavera del 1930 il dott. Bach decise di abbandonare la città e di trasferirsi in campagna.  

Il dott. Bach era sempre stato amante della natura ma negli ultimi anni il suo lavoro lo aveva costretto a rimanere troppo a lungo a Londra, nel traffico, nel rumore, nella confusione e nella folla che sembravano togliergli il fiato.

Una volta presa la decisione di partire, in quindici giorni si organizzò. Lasciando attoniti tutti gli amici, i pazienti ed i collaboratori bruciò tutti gli appunti e frantumò tutte le provette in suo possesso dei 7 nosodi, lasciando che i medici con cui aveva lavorato negli ultimi anni ne completassero gli studi, vendette quel che aveva e partì per il Galles.  Tutt’altro che spaventato o incerto per la decisione presa, in un momento in cui il suo successo era all’apice, completamente solo e senza nessun tipo di certezza per il futuro, animato solo dal desiderio di ricercare quella famosa “unica medicina capace di guarire tutte le malattie” che cercava da sempre, imballò ciò che aveva e partì portando con sè, momentaneamente, una sola delle valigie che contenevano i suoi pochi averi: quella che conteneva i mortai ed i pestelli che gli sarebbero stati indispensabili per preparare i suoi rimedi.

Giunto nel Galles, però, scoprì che aveva commesso un terribile errore: invece di portare la valigia con pestelli e mortai, aveva recato con sé una valigia piena di scarpe!

Questo fatto però, invece di dimostrarsi un errore, si rivelò provvidenziale in quanto il dott. Bach scoprì ben presto un nuovo metodo di preparazione dei rimedi, il metodo del sole, che non aveva bisogno di strumenti o di preparazione particolari. Viceversa  le scarpe divennero fondamentali nella sua ricerca visto che nei successivi anni percorse moltissimi chilometri a piedi, camminando in lungo ed in largo nelle campagne del Galles, in quelle del sud dell’Inghilterra, a est in riva al mare, lungo fiumi e torrenti in cerca dei suoi Fiori e concentrato nell’osservazione delle persone e della natura.

 

(…) Una caratteristica del suo lavoro era il generoso e profondo desiderio di aiutare l’umanità; non voleva nulla per sé.

La scoperta di ogni nuovo rimedio lo riempiva di gioia e di gratitudine per Colui che gliela aveva concessa. Si considerava uno strumento attraverso il quale i rimedi guaritori potevano giungere agli uomini. (…)

Bach è scomparso, ma il suo lavoro continua a vivere e solo coloro che hanno lavorato con lui sono consapevoli del grande valore delle sue scoperte.”

 

Dott. F.J.Wheeler - 1936