L’Autore disegna un quadro molto dettagliato della crisi che sta investendo in pratica tutti i settori della nostra civiltà e si sofferma in particolare sulla crisi energetica, sulla crisi economica, ecologica, delle cure mediche e dei valori.
Nei primi capitoli il fisico descrive esaurientemente le tappe dello sviluppo delle idee nelle varie branche delle scienze moderne (fisica, biologia, scienze mediche e psicologiche, economia) e giunge alla conclusione che, l’attuale situazione è la diretta conseguenza del fatto che tutta la nostra cultura è ancora basata sulla visione meccanicistica del mondo di Cartesio e Newton.
Prima del Cinquecento si viveva in piccole comunità in cui i bisogni individuali erano subordinati a quelli delle comunità. La scienza si fondava sull’interdipendenza di fenomeni spirituali e materiali e il suo obiettivo era quello di capire il significato delle cose dietro i fenomeni naturali piuttosto che di predirne i comportamenti e controllarli. Fu grazie alle scoperte di Copernico, Galileo e Newton che si sviluppò una nuova scienza fondata su di un metodo di ricerca che pretendeva di descrivere e di costringere la Natura in termini puramente matematici.
Cartesio fu il fondatore della filosofia moderna e, poiché oltre che un filosofo fu anche un matematico, basò tutta la sua filosofia sulla certezza della conoscenza scientifica. Il suo metodo consistette nello scomporre qualunque problema in frammenti per poi disporli in ordine logico. Considerò animali e piante come macchine, influenzato certo dall’alto grado di perfezione raggiunto in quell’epoca (1600) nella costruzione d’automi che si muovevano apparentemente in modo spontaneo come ad esempio orologi, fontane ecc., mentre gli esseri umani furono paragonati a macchine abitate da un’anima razionale collocata al centro del cervello. Sostenne inoltre la superiorità del lavoro mentale su quello manuale ed inoltre, indusse l’uomo a pensare di essere un “io” separato all’interno di un corpo fisico. Secondo lui la scienza doveva avere come obiettivo il dominio e il controllo della Natura che era vista come madre e nutrice ma anche come femmina selvaggia e incontrollabile e quindi come qualcosa di subordinato all’uomo, da poter tranquillamente sfruttare e controllare.
Questo sistema ha dato un contributo inestimabile alla scienza moderna e ha consentito lo sviluppo delle moderne teorie scientifiche e la realizzazione di progetti tecnologici fino a qualche tempo fa impensabili. Al contempo però ha determinato il riduzionismo e la frammentazione del pensiero moderno che c’inducono a considerare possibile la soluzione e la comprensione di qualunque fenomeno solamente tramite la scomposizione in parti più piccole. Questo ha influenzato l’arte medica che da quel momento ha considerato il corpo umano come una macchina da aggiustare isolando la parte ammalata e concentrandosi unicamente su di essa, facendo sì che i medici da allora smettessero di considerare la dimensione psicologica della malattia e gli psicoterapeuti non si occupassero più della dimensione fisica dei loro pazienti. Egli ha inoltre promosso una visione patriarcale del mondo in cui anche la donna, come la Natura, è proprietà dell’uomo.
Persino l’economia moderna è caratterizzata dall’approccio meccanicistico cartesiano, dato che gli studiosi non riconoscono che questo è soltanto uno degli aspetti di un tessuto vivente composto d’esseri umani in continua interazione fra loro, che vivono in un mondo vivente esso stesso e che utilizzano risorse naturali ugualmente viventi e, soprattutto, limitate. Gli economisti, inoltre, non tengono conto che le strutture economiche sono soggette a continui mutamenti e ad un’evoluzione che dipende dal variare dei sistemi di valori nelle società a cui si riferisce. Inoltre si limitano a considerare l’economia come la disciplina che si occupa esclusivamente di produzione, distribuzione e consumo di sempre maggiori ricchezze nella convinzione che la ricetta del benessere consista esclusivamente nell’espansione e nella crescita continue.
Nei primi decenni del XX secolo però i fisici, studiando la struttura dell’atomo, scoprirono che, a livello subatomico, tutte le leggi della vecchia fisica non potevano più essere ritenute valide, poiché nessun “oggetto” atomico possiede proprietà indipendenti dal suo ambiente. Ad esempio un atomo non è l’oggetto solido e duro della teoria tradizionale, ma uno spazio al cui interno particelle più piccole ruotano attorno ad un nucleo. Queste particelle, a loro volta, non sono oggetti solidi, ma, hanno addirittura un aspetto duplice: in altre parole possono esistere come particelle oppure come onde, a seconda di come le osserviamo, in continua trasformazione a seconda della situazione. Si può dire che a livello subatomico gli oggetti materiali della fisica classica si trasformano in modelli di probabilità determinati dalla loro connessione con l’ambiente. Questa scoperta ha fatto cadere tutti i presupposti su cui si basava la visione della Vita in precedenza e ha dimostrato che l’universo non può più essere considerato come una macchina composta d’elementi isolati e indipendenti gli uni dagli altri, ma come un tuttuno indivisibile e dinamico le cui parti sono sempre interconnesse ed in cui non è possibile predire gli eventi.
Con queste nuove conoscenze non è più possibile rimanere indifferenti ai disastri che si stanno compiendo in nome del profitto, poiché ciò che è fatto ad una parte di questo Universo sistemico, è fatta personalmente ad ognuno di noi.
Lo strapotere delle multinazionali, l’indifferenza con cui si scaricano veleni nell’aria, nell’acqua e nel suolo, l’avidità e la noncuranza con cui si consumano le risorse del nostro pianeta, con cui si affamano i paesi del terzo mondo, con cui si sterminano intere specie animali e vegetali, con cui si distruggono interi habitat e tutte le altre situazioni che l’Autore elenca, ci riguardano e ci coinvolgono direttamente.
Capra a questo punto propone una visione della realtà in cui tiene conto dell’interrelazione di tutti i fenomeni: fisici, biologici, psicologici, sociali e culturali per affrontare in modo diverso tutti i problemi che ci affliggono.
Per l’Autore è impensabile affrontare i problemi della salute individuale senza tener conto anche della relazione con l’ambiente e senza considerare l’individuo un sistema vivente invece che una macchina. Propone quindi un metodo di cura che comprende l’attenzione sia agli aspetti fisici e psicologici che a quelli sociali. Al contempo, allarga il concetto di salute ai suoi tre aspetti interdipendenti: salute individuale, sociale ed ecologica.
Basandosi su queste nuove conoscenze e dopo l’osservazione dei modelli di cura d’altre culture, come ad esempio lo sciamanesimo, la medicina cinese e quella pre-ellenica di Asclepio osserva che ciò che accomuna tutte queste terapie è che nessuna mira a trattare i sintomi dell’infermità, bensì a contrastare gli squilibri, sia fisici sia psicologici, ma anche sociali, che sono considerati causa di cattiva salute. In quest’ottica propone una descrizione molto dettagliata d’alcune terapie alternative che possono integrare le cure mediche tradizionali prestando anche seria attenzione al comportamento, ai valori, all’alimentazione, all’ambiente in cui si vive, all’assistenza psicologica.
L’obiettivo sarà quello di ripristinare l’equilibrio del paziente sfruttando la tendenza innata dell’organismo a guarirsi da sé. Il ruolo del terapeuta sarà quello di assisterlo in questo compito, creando l’ambiente più propizio alla guarigione e, solo se necessario, indirizzandolo a specialisti, i quali però guarderanno alla persona nella sua totalità e non alla singola parte ammalata. Questo richiederà naturalmente una riorganizzazione completa dell’assistenza sanitaria limitando i ricoveri ospedalieri, rendendo gli ospedali più confortevoli e con le persone di famiglia ammesse a partecipare alla cura del paziente.
Similmente propone un approccio alla psicologia in cui le infermità mentali sono viste come esperienze bloccate che spesso fanno affiorare eventi e consapevolezze insolite. In questo caso il terapeuta sarà chi, invece di sopprimere i sintomi con dei farmaci, aiuterà il paziente a facilitare l’espressione di queste esperienze anche tramite tecniche corporee come ad esempio la respirazione o l’emissione di suoni o il lavoro sul corpo così da far rivivere i ricordi degli eventi che li hanno causati. In questo modo strati di sofferenza saranno eliminati gradualmente. Il processo terapeutico non è più visto come il trattamento di una malattia ma come un viaggio d’esplorazione e il terapeuta ha il compito di facilitare questo processo.
La visione sistemica della vita include logicamente l’attenzione all’ambiente in cui si vive, visto come un sistema vivente composto d’esseri umani e organizzazioni sociali interagenti tra loro e tra gli ecosistemi circostanti da cui dipende la vita. Il nostro ambiente naturale è formato da ecosistemi abitati da innumerevoli organismi, che si sono evoluti assieme per milioni d’anni, usando e riciclando le stesse molecole di suolo, acqua e aria. Da questo si desume che quanto più l’economia si baserà sul riciclaggio continuo delle risorse naturali, tanto più potremo sperare di non incorrere nella distruzione del pianeta. Si dovranno stimare ad esempio i costi sociali ed ambientali provocati da ciascuna attività economica ed imputarli all’attività stessa, rinunciare alla crescita indifferenziata delle città, delle tecnologie e delle istituzioni tramite il decentramento, utilizzare energie rinnovabili come quella solare, ridurre e riorganizzare la pubblicità, garantire il diritto del pubblico ad accedere ai mezzi di comunicazione di massa, trasformare il sistema educativo, riformulare una nuova base filosofica e religiosa. Inoltre, poiché l’importanza che il ruolo della donna ha ottenuto grazie al movimento femminista è una delle forze principali della trasformazione culturale in atto, proprio questo potrebbe diventare il catalizzatore che consentirà ai vari movimenti già sorti di confluire assieme.
Ritengo che l’enorme mole di dati forniti, forse non più tutti attuali visto che il libro è stato scritto nei primi anni ottanta, la capacità di farci rivivere passo dopo passo e personaggio dopo personaggio, la storia e le progressive conquiste scientifiche dal 1500 ai giorni nostri e le idee che propone per una possibile soluzione dei problemi dell’umanità, meritano di essere prese in considerazione, rilette e considerate.
Se la portata del cambiamento suggerito dall’Autore, che richiede un totale sconvolgimento del nostro modo di vivere, della politica e delle istituzioni sembra davvero enorme e addirittura utopistico, è anche vero che, a volte, basta un piccolo cambiamento in un singolo ambito a fungere da catalizzatore e segnare l’inizio di una svolta ben più importante che può trascinare con sé tutti gli altri settori. Auguriamoci che sia proprio così, e che un piccolo passo basti ad iniziare il processo di cambiamento che riuscirà a migliorare le condizioni di vita dell’intera umanità.
Maria Chiara Verderi
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