“Il Counseling è un’attività il cui obiettivo è il miglioramento della qualità della vita del cliente, sostenendo i suoi punti di forza e le sue capacità autodeterminazione.
Il Counseling offre uno spazio di ascolto e di riflessione, nel quale esplorare difficoltà relative a processi evolutivi, fasi di transizione e stati di crisi e rinforzare capacità di scelta o di cambiamento.
È un intervento che utilizza varie metodologie mutuate da diversi orientamenti teorici. Si rivolge al singolo, alle famiglie, a gruppi e istituzioni.
Il Counseling può essere erogato in vari ambiti, quali privato, sociale, scolastico, sanitario e aziendale.”
Definizione di Counseling (Assocounseling, 2011)
Il counseling è una relazione d’aiuto che consiste nell’abilitare il cliente a prendere una decisione riguardo a scelte di carattere personale o a problemi o difficoltà momentanee che lo riguardano direttamente.
Gli utenti, al di là della problematica specifica e congiunturale, sono persone ben integrate e adattate, non afflitte da disagio o sofferenza psichica e tanto meno da malattia mentale. L’impostazione data da Carl Rogers riconosce alla persona, ch’egli definisce cliente e non più paziente, le potenzialità necessarie per risolvere i propri problemi.
Egli sosteneva che il miglior esperto dei propri problemi fosse la persona stessa, tanto che la scelta dei termini “cliente” e “counselor” ( dal lat. “consulo” nel suo valore di “aver cura di”, “venire in aiuto”) tende proprio a sottolineare l’originalità di una relazione nella quale la persona che sceglie di farsi aiutare non abbandonerà mai la propria libertà né la propria responsabilità nella soluzione delle sue difficoltà. Lo scopo del counseling è quello di offrire alla persona l’opportunità di esplorare, scoprire, rendere chiari i propri schemi di pensiero e di azione al fine di aumentare il proprio livello di consapevolezza, di fare un uso migliore delle proprie risorse in relazione ai propri bisogni e giungere ad un più elevato livello di benessere. L’aiuto consiste nel rendere possibile una riattivazione o riorganizzazione delle risorse interiori del cliente che, da solo, troverà una soluzione al suo problema.
Viktor Frankl, psichiatra austriaco (1905 -1997), pone l’accento sul fatto che l’essere umano è sempre orientato verso qualcosa o qualcuno che sta al di là di se stesso. L’uomo è veramente tale solo quando si dona pienamente ad un compito e quando, per servirlo, supera e dimentica se stesso. Oggi, in un periodo di benessere e di conquiste legittime di libertà, le persone non hanno più le tradizioni che gli indichino come comportarsi, cosa fare e cosa volere. Questa situazione può favorire l’insorgenza di una particolare “nevrosi noogena” come la chiama Frankl, ossia un sentimento di mancanza di significato, di vuoto esistenziale capace di condurre alla rassegnazione, alla disperazione e addirittura a pensieri suicidi.
Dare significato e uno scopo alla propria vita, però, non è cosa che possa essere imparata o assegnata dal terapeuta. Il significato deve essere trovato da ognuno, individualmente, dentro la propria coscienza. Il metodo della Logoterapia, da lui stesso elaborato, nutre una profonda fiducia nella capacità umana di trovare la forza di ritrovare nuovi scopi anche nelle situazioni più desolate.
Maria Chiara Verderi
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